«L’impegno politico e civile, quello vero, maturo e consapevole che Guido Rossa tracciava nella sua opera costante, a differenza di quanto comunemente si crede, pone il tema della solitudine – ha ricordato Sanna al termine della commemorazione – Questo sarà il tema perdurante di ogni stagione della sua vita. Soprattutto, da quando divenne il fiduciario dell’apparato informativo del PCI in fabbrica, prima in funzione anti-golpista e poi quale antenna del diramarsi brigatista all’Italsider, questa solitudine deve essere stata prima molto pesante, poi tremendamente scoraggiante dopo la sua denuncia (e la deposizione in Tribunale) del postino delle BR dentro lo stabilimento”, ha detto Armando Sanna, Vicepresidente del Consiglio Regionale. “Un coraggio, quello di Guido Rossa, mostrato sino alla fine quando, dopo essere stato gambizzato nella sua 850 Fiat dal brigatista rosso Vincenzo Guagliardo, potrebbe aver avuto una reazione diversa da quella normale e naturale delle vittime di attentati terroristici, mostrando il coraggio di non piegarsi neppure davanti ad armi spiegate.
Grazie Guido Rossa, operaio scalatore di vette nel cielo, sindacalista, compagno dalla vista più ampia in terra. Non ti lasceremo più solo», ha concluso Sanna.
Come consueto l’apertura delle commemorazioni si è svolta nei pressi del cippo di via Fracchia, vicino al luogo dell’omicidio, con la deposizione di una corona e con una serie di interventi fra cui quello del sindaco Marco Bucci: «Sono passati quarantacinque anni dalla morte di Guido Rossa, un simbolo di libertà, coraggio e democrazia il cui ricordo rimane ancora oggi impresso, come un sigillo indelebile, nel cuore e nella memoria di Genova e dei Genovesi. Ancora una volta rendiamo un doveroso omaggio a lui in rappresentanza di tutte le vittime del terrorismo e alle loro famiglie. Oggi non abbiamo solo il dovere di ricordare, abbiamo il prezioso compito di tramandare tutti i valori e gli insegnamenti che possiamo trarre da quelle oscure pagine della storia della nostra città. Di Guido Rossa ricordiamo il coraggio di denunciare, di non arrendersi per costruire un futuro migliore. Il suo spirito è da sempre una guida per Genova».
Alla cerimonia sono intervenuti anche il presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba, la consigliera comunale Donatella Alfonso, il vicepresidente del consiglio regionale Armando Sanna, il consigliere della Città Metropolitana Claudio Garbarino, la vicepresidente del Municipio Centro Est Daniela Marziano, il presidente nazionale ANPI Gianfranco Pagliarulo, esponenti della sezione Anpi di Oregina e una rappresentanza di studenti della scuola secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo Statale Oregina “Gastaldi”. Con loro erano presenti numerose autorità civili e militari.
Il sindaco Marco Bucci si è poi recato a Cornigliano all’evento ospitato nel Magazzino Transiti dello stabilimento Acciaierie d’Italia alla presenza, fra gli altri, del governatore di Regione Liguria Giovanni Toti e del segretario generale Fiom nazionale Michele De Palma.
Le commemorazioni sono poi proseguite in via San Giovanni d’Acri nella sede della Camera del Lavoro di Genova dove ha portato il proprio contributo il consigliere comunale delegato ai Nuovi insediamenti aziendali sul territorio Davide Falteri .
Ricordi ed onori si sono poi rinnovati in largo XII Ottobre ai piedi della statua in ricordo del sindacalista e del suo sacrificio realizzata dall’artista Franco Repetto e la cui posa avvenne esattamente quarant’anni fa. Alla cerimonia organizzata da Cgil, Cisl e Uil territoriali ha preso parte anche l’assessore comunale al Lavoro Mario Mascia: «La testimonianza lasciata da Guido Rossa deve essere rinnovata e presa da esempio da tutti per il coraggio, la coerenza e l’alto senso civico che lo ha portato ad anteporre ideali assoluti alla sua stessa vita. È stato un uomo a cui tutti dobbiamo la nostra libertà di oggi. Celebrarne il sacrificio e l’insegnamento che ci ha lasciato significa quindi ricordare anche a noi stessi quanto sia prezioso saper mantenere la rotta corretta per perseguire il bene comune dei cittadini ed evitare il ripetersi di derive antidemocratiche»