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Rigassificatore a Vado, #quellidellacatena: “Il miraggio delle compensazioni insulto che non vorremmo più subire”

“Nuova puntata ieri nella narrazione in merito al progetto del rigassificatore di Savona – Vado Ligure: questa volta siamo in Regione Liguria e gli attori principali sono CISL e UIL, nelle rispettive rappresentanze locali, che insieme a CGIL chiedono e ottengono udienza presso la struttura commissariale genovese. Un tavolo su cui chi fino ad oggi ha manifestato contro questo scellerato progetto ripone fiducia, considerando che per propria natura un’organizzazione sindacale dovrebbe rappresentare le categorie dei lavoratori nella difesa dei loro interessi, facendo da ponte tra le componenti sociali, economiche e politiche della comunità. Ragione in più per rimanere attoniti guardando ai risvolti emersi a caldo dalle dichiarazioni post-incontro”. Lo afferma in una nota il gruppo #quellidellaCATENA.

“Difatti, mentre la proposta della CGIL di investire sul territorio con la costituzione di un polo energetico sulle energie rinnovabili in sinergia con l’Università di Savona resta inascoltata, CISL e UIL, in cambio di qualche blanda rassicurazione in merito a sicurezza e impatto ambientale, decidono di salire a bordo e passare subito all’incasso dal botteghino delle compensazioni, svendendo il proprio territorio, il proprio mare e sicuramente più d’uno dei propri iscritti”.

“Assist immediatamente colto dal presidente e commissario Toti, che a seguito dell’incontro, oltre a evidenziare l’immancabile ‘visione strategica di lungo termine’ e il superiore ‘interesse nazionale’, non ha mancato di cavalcare la notizia dei recenti venti di guerra in Medio Oriente per alimentare paure infondate di cali dell’estrazione del gas e conseguenti difficoltà economiche per famiglie e sistema produttivo”.

“Il ‘miraggio delle compensazioni’ con cui l’establishment commissariale tenta di piegare le coscienze di tutte le parti in causa nel tentativo di sedare l’onda di dissenso contro questo rovinoso progetto, è un insulto che vorremmo non dover più subire. Vogliamo pertanto riaffermare un concetto per noi fondamentale: i nostri territori, il nostro mare, il nostro senso civico ed ambientale, ma soprattutto le nostre coscienze non sono in vendita né oggetto di contrattazione”.

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