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CGIL Savona. “Sanità a rischio crollo: servono risorse e assunzioni”

“Servizio sanitario nazionale a rischio crollo, ora risorse e assunzioni”. Con un comunicato la CGIL Savona ufficializza la manifestazione di martedì 18 luglio a Savona in Piazza Pertini.

“Gli amministratori locali si uniscano a noi e alle tante associazioni e comitati che hanno aderito al nostro appello e che martedì saranno in piazza. Il passaggio degli operatori da eroi e angeli, così come venivano descritti durante l’emergenza pandemica, a ultimi e subissati è stato repentino e devastante. Si era detto ‘mai più’, eppure la situazione è ancora peggiore di quella pre pandemica”.

“Con questa iniziativa vogliamo lanciare l’ennesimo grido d’allarme attraverso una manifestazione e con delle proposte concrete. Il Governo e la Regione Liguria ci devono ascoltare. Scendiamo in piazza per pretendere risposte ai tanti, troppi problemi sociosanitari, che investono il nostro territorio a partire dalla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto”. 

“Carenza di personale, carichi di lavoro ingestibili, fuga di operatori sanitari e de-finanziamento del Fondo sanitario. Il tutto mentre le liste di attesa si allungano drammaticamente e i pochi pronto soccorso vanno in tilt con tempi di risposta infiniti. Sotto questo peso la Sanità pubblica in Italia sta letteralmente crollando, mentre si allarga il peso del privato e si fanno largo le esternalizzazioni. Si tratta di una combinazione di fattori che stanno letteralmente affossando la sanità pubblica e con essa operatori e cittadini. Non c’è tempo da perdere: servono risorse e assunzioni”.

“Le scelte scellerate compiute in questi anni (da tutti i Governi che si sono succedi e dell’attuale) oggi stanno oggi presentando il conto, ed è molto salato: 40 mila letti eliminati in 10 anni, che vanno di pari passo con il taglio di 37 miliardi di euro di finanziamento pubblico sullo stesso periodo. In questo scenario, sul fronte lavoro, gli operatori del Servizio sanitario stanno pagando un prezzo altissimo. Piegati dai carichi di lavoro, e da una scarsa valorizzazione e in tanti, ogni giorno,  fuggono dal servizio sanitario verso il privato e verso quelle cooperative che stanno alimentando il fenomeno dei ‘gettonisti’. Senza fare proiezioni dettate dall’aumento progressivo dell’età media già oggi si stima che manchino più di 20 mila medici e almeno 60 mila infermieri”. 

“In Asl 2 non va meglio perché all’appello mancano oltre 200 lavoratori, senza contare la grave situazione emergenziale di posti mancanti (centinaia) tra le Rsa, RP e in tutte le strutture del socio sanitario pubblico, convenzionato e privato. Non va meglio per i medici di famiglia, dove ne mancano almeno 4 mila in Italia, tanto che in provincia di Savona oltre 20 mila cittadini sono in sofferenza e decine di comuni, soprattutto dell’entroterra, ne sono privi, mettendo in estrema difficoltà, soprattutto le persone più anziane e fragili, tenendo conto che il savonese è la provincia più anziana del Paese”. 

“I cittadini rinunciano a curarsi mentre avanza il settore privato, con una spesa sanitaria pagata dalle tasche dei cittadini che è passata dai 34,8 miliardi del 2019 a 37 miliardi. Se questo è il quadro le risorse previste dalla legge di Bilancio non bastano assolutamente e il piano socio sanitario regionale non sta in piedi perché non risponde alle necessità delle persone che vivono in provincia di Savona”. 

“E con le risorse del Pnrr corriamo il rischio concreto che le risorse investite per le strutture facciano da apripista al più grande processo di esternalizzazione e privatizzazione mai visto, senza un serio investimento in un piano straordinario di assunzioni. Non ci sono alternative: la sanità ha bisogno di maggiori risorse. Ma soprattutto serve personale, da qui la nostra proposta di un piano straordinario per l’occupazione”. 

“Bisogna archiviare la stagione dei tagli e dei tetti di spesa, mettendo la centro i cittadini e il lavoro. Gli operatori sanitari e sociali non possono aspettare che il settore crolli a causa della carenza di personale e la mancanza di risorse. I problemi sono urgenti e devono essere affrontati ora, dal Governo e dalla Regione”. Concludono da CGIL.

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