Albenga Cronaca

Arrestato il secondo autore dell’incendio del camping Lungomare di Albenga

A seguito di serrate e complesse indagini svolte dai Carabinieri della Sezione Operativa di Albenga il GIP di Savona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una persona gravemente indiziata per aver appiccato l’incendio all’interno del campeggio Parco Vacanze Lungomare di Albenga.

Era la notte del 13 novembre scorso, quando all’interno del Campeggio Parco Vacanze Lungomare di Albenga erano divampate le fiamme che avevano causato danni per decine di migliaia di euro. Sin dalle prime battute appariva chiaro che l’evento fosse di origine dolosa, infatti il fuoco era stato appiccato in più punti, in modo cagionare il massimo danno e renderne difficile lo spegnimento, mettendo al contempo in grave pericolo l’incolumità e la vita di una trentina di persone che quella sera stavano dormendo nei propri bungalow e roulotte all’interno della struttura.

La fortuna ha voluto che l’esplosione degli pneumatici delle auto avvolte dalle fiamme avesse svegliato alcuni clienti, che hanno lanciato l’allarme permettendo a tutti di mettersi in salvo. L’intervento dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri aveva poi scongiurato la possibilità che le numerose bombole di gas presenti nel campeggio fossero interessate dalle fiamme e di conseguenza esplodessero. Nella conta dei danni risulteranno alla fine completamente distrutte due roulotte e due autovetture, oltre alla parziale distruzione del bungalow utilizzato appunto dal proprietario del Parco Vacanze Lungomare.

Le indagini condotte dai Carabinieri di Albenga, che hanno anche raccolto le testimonianze di tutti i presenti e analizzato svariate ore di registrazione delle telecamere a circuito chiuso del campeggio e della videosorveglianza cittadina, si erano principalmente concentrate sulla ricerca degli oggetti utilizzati per l’innesco dell’incendio. Nonostante le difficoltà di operare nell’acquitrino che si era andato a creare dopo l’imponente utilizzo da parte dei Vigili del Fuoco di acqua e schiume per estinguere l’incendio, i Carabinieri erano riusciti ad individuare alcune bottigliette di plastica contenenti tracce di benzina. Utilizzando le più accorte tecniche di prelievo e conservazione delle prove, le bottigliette sono giunte integre nei laboratori del R.I.S. di Parma, dove è stato possibile rilevare le impronte digitali latenti e finalmente dare un volto ad uno degli autori, attività che ha quindi permesso all’Autorità Giudiziaria di Savona di spiccare un primo ordine di ordine di cattura nei confronti di un uomo che, benchè avesse mantenuto la residenza nel torinese, si era di fatto reso irreperibile.

Mesi di accertamenti e di osservazione degli spostamenti dei familiari e delle persone più vicine all’indagato hanno infine permesso di rintracciarlo a Castel Maggiore, in provincia di Bologna, dove la mattina del 28 marzo scorso gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare. L’uomo è stato immediatamente trasferito in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dove si trova ancora ristretto.

La seconda fase delle indagini, di carattere tecnico ed eseguite anche sul telefono cellulare sequestrato al primo arrestato, ha consentito ai Carabinieri di Albenga di raccogliere gravi indizi altresì  a carico di un secondo uomo, un pregiudicato senza fissa dimora, che quella notte aveva agito insieme all’autore dell’incendio. Gli elementi probatori raccolti hanno quindi permesso al Tribunale di Savona di spiccare un secondo ordine di cattura nei confronti del corresponsabile, rintracciato questa mattina dai militari ingauni nel Comune di Pinerolo (TO). Anche lui, dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare, è stato immediatamente trasferito nel carcere di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Delineato anche il movente che ha spinto i due uomini a compiere il gesto, sostanzialmente legato ad un interesse economico del primo arrestato. Quest’ultimo, infatti, nutriva un profondo astio nei confronti del proprietario del campeggio, che gli aveva negato la possibilità di subentrare al posto dell’attuale gestore dell’area bar ristorante. L’uomo tuttavia non si era dato per vinto ed aveva messo in atto un piano per lanciare un “messaggio inequivocabile” per convincere la proprietà a cedergli la gestione dell’area, anche a costo di cagionare la completa distruzione del Campeggio e mettere in pericolo la vita degli ospiti presenti.

Il procedimento è attualmente nella fase preliminare ed i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità dell’indagato non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’autorità giudiziaria.

 

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