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CGIL Savona: “L’attuale modello socio sanitario regionale non è ciò che serve al nostro territorio”

“Lo denunciamo per l’ennesima volta: l’attuale modello socio sanitario regionale non è ciò che serve al nostro territorio perché non risponde alle necessità delle persone. Chiediamo nuovamente un confronto con la Regione Liguria sulle tematiche socio sanitarie e sulla programmazione, se esiste, della sanità nel savonese. Siamo contrari alla trasformazione dei nosocomi di Albenga e Cairo Montenotte in ospedali di comunità. Siamo contrari perché vuole dire depotenziare i due presidi savonesi. Sarebbe necessario fare il contrario. E’ necessario potenziare e investire risorse pubbliche e non private sulla rete ospedaliera savonese e costituire le case di comunità e gli ospedali di comunità laddove non esistono strutture sanitarie e socio sanitarie”.  Lo rende noto la CGIL Savona.

“Da oltre due anni attendiamo che le promesse dell’amministrazione regionale in tema di socio sanitario vengano mantenute; riapertura H24 dei punti di primo intervento di Cairo e Albenga, il punto nascite di Pietra Ligure, il potenziamento delle rete territoriali ecc. Promesse fatte dall’attuale assessore alla Sanità nell’ultimo incontro con i sindaci della Val Bormida e le organizzazioni sindacali confederali di Cgil, Cisl e Uil Savona. Promesse ad oggi non mantenute”.

“Lo ribadiamo ancora una volta: serve un confronto tra Regione Liguria e territori. C’è un problema di rappresentanza politica del savonese gigantesco, sulla sanità ma più in generale su tutti i temi generali fondamentali per il rilancio del nostro territorio. Un solo consigliere regionale che rappresenta le necessità e le richieste della nostra provincia, e pochissimi pochissimi primi cittadini che risultano essere a favore di un cambio di modello socio sanitario rispetto all’attuale che ha fatto sprofondare la nostra provincia in termini di servizi e attività socio sanitarie”.

“Bisogna prendersi cura di chi ci cura, e lo dobbiamo fare in modo che la sanità torni a essere un diritto veramente esigibile per tutti i savonesi. Abbiamo bisogno di un sistema sanitario pubblico che dia servizi, ma anche lavoro di qualità. Dobbiamo provvedere alle stabilizzazioni del personale, di tutto il personale, perché non si può fare sanità senza il personale, senza i medici e senza gli infermieri”.

“Ci sono poi gli anziani che rappresentano oltre il 35% per cento della popolazione nella nostra provincia, sempre più stretti nella morsa di una burocrazia opprimente e dalla mancanza di servizi. Ecco perché, è necessario un piano sociosanitario, nonché è fondamentale un’integrazione tra ambiti e distretti. Cosa che oggi manca del tutto. Pensiamo che in questa stagione la sanità debba essere il settore principale in cui investire perché garantisce un diritto fondamentale dei cittadini. Le scelte che sta facendo la politica, rispetto, ad esempio, agli investimenti come il Fondo Sanitario Nazionale, non vanno in questa direzione. La rete d’emergenza urgenza è per noi la priorità e speriamo che la Regione apra al più presto il confronto”.

“L’obiettivo è ragionare in termini di prospettiva per riformare il settore e creare una sinergia, un unico sistema sociosanitario, a protezione del benessere della persona nella sua totalità. Insieme alla garanzia dei servizi, chiediamo che vengano garantite la medicina territoriale, la prevenzione, l’assistenza alle fasce più deboli. Non il contrario”.

“Lanciamo l’ennesima richiesta di ascolto da parte del territorio savonese alla Regione Liguria, all’amministrazione regionale nel suo insieme, nessuno escluso, perché se siamo arrivati a questo scempio lo dobbiamo all’assessore alla Sanità vero, ma a tutta l’amministrazione regionale: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e quel che resta di Cambiamo!, nessun escluso. Lo meritano i cittadini, lo meritano le lavoratrici e i lavoratori del comparto e lo meritano le associazioni e le organizzazioni sindacali del territorio”.

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