Il calo è del 6,7%
E’ stato il rallentamento dell’“automotive” a penalizzare l’export savonese nei primi tre mesi del 2019. E’ quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi di Savona della Camera di Commercio sui dati diffusi dall’Istat relativi agli scambi commerciali tra gennaio e marzo e rilanciati dal magazine Savonauno. Il dato complessivo delle vendite all’estero (381 milioni di euro in valore) è in calo del 6,7% rispetto ai 408 milioni del primo trimestre 2018.
La flessione (-27 milioni di euro) è principalmente dovuta alle minori esportazioni di veicoli e loro componenti, scese da 38 milioni a 19,7 (-49,6%) e di prodotti chimici, in diminuzione da 191 a 184 milioni di euro (-3,4%). Anche le vendite di apparecchiature elettriche hanno registrato un trend negativo, passando da 19,1 a 17,2 milioni (-9,9%), mentre un calo marginale ha interessato i prodotti alimentari (da 7,6 a 7,4 milioni di euro).
In controtendenza, e con aumenti a doppia cifra, l’export di articoli in gomma e plastica, cresciuti da 11,9 a 14,5 milioni di euro (+21,8%) e i prodotti della lavorazione di minerali non metallici, passati da 11,3 a 13,6 milioni (+20,7%). Soddisfacenti anche le vendite all’estero di coke e prodotti petroliferi raffinati (da 49,4 a 53 milioni di euro, +7,2%) e andamento positivo anche per le produzioni agricole, salite da 32,8 a 33,3 milioni di euro (+1,5%).
Da rilevare che sul totale delle esportazioni liguri del primo trimestre 2019, la provincia di Savona ha inciso per il 23%, alle spalle di Genova (49%) e davanti alla Spezia (11%) e Imperia (7%); quanto alle importazioni, Savona (958 milioni tra gennaio e marzo) rappresenta il 38% dell’intera Liguria, preceduta da Genova con il 49% e seguita dalla Spezia con il 10% e Imperia con il 3%. L’import è costituito soprattutto da acquisti di petrolio greggio.
Informazioni sull'autore del post
