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Esaurite anche a La Spezia le scorte di cannabis terapeutica: intervento di Rete a Sinistra

Genova. È notizia di oggi che anche a La Spezia le corte di cannabis terapeutica sono esaurite. «Un caso in cui spiace decisamente dover ricordare che “lo avevamo detto”. Non sono bastate 3 nostre interrogazioni in consiglio regionale, varie lettere all’assessore Viale e al presidente Toti, eventi pubblici di sensibilizzazione promossi da associazioni di medici, farmacisti e pazienti. Risultato: oggi, oltre all’ASL2 savonese, anche ASL5 va in crisi con le scorte e ne dichiara l’esaurimento. E comunque nelle restanti ASL la situazione non è certamente migliore – dichiara il capogruppo di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino, da tempo in prima linea per assicurare i diritti dei pazienti che utilizzano cannabis terapeutica -. Non solo: le associazioni che si occupano del problema in Liguria hanno scritto ripetutamente ai direttori generali delle ASL, i quali però non si sono degnati di rispondere, con l’unica eccezione di ASL3. Discorso analogo per l’assessore Viale, chiamata in causa ripetutamente sia attraverso i nostri atti istituzionali sia mediante le richieste d’incontro inoltrate dalle associazioni».
«Eppure la Liguria è la regione italiana in cui è più diffuso il ricorso alla cannabis terapeutica a scopo medico. Sconcertante: certo è che chi la deve utilizzare per patologie gravi non è fisicamente in grado di organizzare meeting, eventi o sit-in; tutte quelle manifestazioni cui questa giunta mediatica sembra particolarmente sensibile e interessata – commenta Pastorino -. Tirando le somme: nonostante i continui richiami e le numerose denunce, l’assessorato è fermo al palo. Cos’altro dovranno patire i circa 900 pazienti liguri cui viene prescritta la cannabis terapeutica?».
«Ci chiediamo cosa direbbe l’assessore Viale se scoprisse che negli ospedali liguri scarseggiano alcune medicine tradizionali, provocando apprensione e disagio in molti malati. Immagino che farebbe fuoco e fiamme, minacciando conseguenze. Perché non succede altrettanto nel caso della cannabis terapeutica? – conclude Pastorino -. Infine mi domando se questa prolungata insufficienza di sostanza, che, lo ricordiamo, è legalmente prescritta, non possa diventare oggetto di controversie giuridiche fra pazienti e servizio sanitario regionale, dal momento che così non è assicurata la continuità terapeutica che spetta di diritto al malato».

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