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Indagini su flussi irregolari di denaro dietro al rinvenimento di un arsenale a Savona

arsenale armiSavona. Ci sarebbe una indagine di tipo finanziario condotta dalla Procura di Savona e in particolare dal Pm Giovanni Battista Ferro dietro all’arsenale di armi rinvenuto ieri in un garage di Savona dalla Guardia di Finanza.  A segnalare una serie di anomale movimentazioni bancarie anche di importi importanti è stata la Banca d’Italia. Anche se su questo punto gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Ricostruiti i flussi finanziari per decine di migliaia di euro partiti da filiali savonesi che hanno prodotto un giro di denaro pari a 2 milioni in due anni con parte delle somme finiti anche su conti esteri.
E’ nell’ambito di questi accertamenti che la Guardia di Finanza si è fatta autorizzare dalla Procura a perquisire tre appartamenti e il garage dove si sono imbattuti nell’arsenale. Si tratta di due pistole una Beretta e una con caratteri cinesi, di diverse armi da soft-air (tra cui una mitraglietta e un fucile da cecchino) e l’occorrente per modificarle in armi funzionanti. Ma anche silenziatori, una finta granata, svariati coltelli di diverse dimensioni, più gli utensili per confezionare le munizioni. Poi uno stock di petardi che veniva utilizzato, presumibilmente, per estrarne la polvere da sparo da riutilizzare con le armi da soft-air.
E infine una bandiera di guerra dell’Impero Tedesco, in uso durante la prima guerra mondiale, affissa su una delle pareti. Sequestrati oltre alle armi anche 6 mila euro in contanti. In manette sono finiti due cinquantenni, il proprietario del box e l’affittuario. Secondo quanto emerso dalle indagini non appartengono al mondo della criminalità organizzata savonese o a frange estremistiche. “E’ chiaro però – spiegano i finanzieri – che non si trattasse di armi detenute per collezionismo”. Di qui le indagini per capire a cosa potessero realmente servire.

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