Cronaca

Tpl perde causa contro la Provincia e non potrà incassare 3,3 milioni

Savona. La Provincia di Savona avrebbe dovuto pagare a Tpl Linea – il conto al centesimo gli era stato trasmesso come regalo di Natale a fine 2016 – tre milioni 298 mila 151 euro. E per dare maggiore incisività alla richiesta l’azienda del trasporto pubblico locale savonese aveva anche intrapreso un’azione giudiziaria in Tribunale per vedersi riconosciuto il diritto a riscuotere. Alla fine Tpl Linea non avrà nulla, e anzi quasi dovrà ringraziare gli amministratori di Palazzo Nervi che le hanno abbonato i 10-12 mila euro di spese giudiziarie che la Provincia ha dovuto sostenere per affrontare la causa.
Perché l’altro ieri il Tribunale di Savona ha sentenziato che nulla è dovuto a Tpl Linea da quello che è tuttora il suo maggiore azionista, non essendo ancora riuscito a sbarazzarsi delle quote detenute, nonostante due aste (andate deserte). Questione chiusa, comunque, in quanto subito dopo la sentenza Tpl e Provincia hanno sottoscritto una transazione che impegna l’azienda a rinunciare ad impugnare la sentenza di primo grado, a rinunciare ad un’altra causa ancora in piedi nell’ambito di un contenzioso con l’ex consorzio trasporti Acts (in questo caso la richiesta era di 256 mila euro) ed a dichiarare che “nulla è più dovuto dalla Provincia di Savona”.
Siccome la transazione prevede qualche contropartita, la Provincia da parte sua rinuncia a chiedere le spese legali che il Tribunale ha messo a carico di Tpl, parte soccombente in giudizio, e si impegna a sollecitare i Comuni ad affidare a Tpl i servizi di propria competenza (ad esempio gli scuolabus, la gestione dei parcheggi, ecc.) mentre “farà il possibile” per promuovere iniziative (di competenza comunale) per migliorare la viabilità, con nuove rotatorie e corsie preferenziali su cui vigileranno (auspica la Provincia) le telecamere pronte a sanzionare chi le invade indebitamente.
Le pretese (disattese) di Tpl, riguardavano somme dovute per gli anni dal 2014 a seguito della sottoscrizione da parte della Provincia del piano industriale dell’azienda, per il contributo annuo dovuto e per ulteriori contributi. Palazzo Nervi non aveva mai riconosciuto il debito, sostenendo che a seguito della riforma degli Enti provinciali del 2014 era “impossibilitata” a destinare risorse – che peraltro non aveva a seguito dei tagli decisi dal governo – per funzioni che, come il trasporto pubblico, non rientravano più tra quelle fondamentali attribuite alla Provincia.

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