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Il danno alla scultura di Giacomo Lusso a Celle. Ma non è sempre colpa del Comune

Ancora una volta tocca occuparsi di un’opera d’arte danneggiata. Questa volta è toccato ad una bella scultura di ceramica di Giacomo Lusso intitolata “Il mio biancoblù”, che si trova sulla passeggiata di Celle Ligure.
L’artista – “deluso e amareggiato” – come dice sul suo profilo Facebook ha pubblicato una foto dello scempio, che riproponiamo. Al momento non è dato sapere se si sia trattato di un atto vandalico o di un “incidente”, ovvero una persona che – improvvidamente – ha provato a sedercisi sopra causando la grave rottura.
Lusso, nel suo messaggio, sembra prendersela con l’amministrazione comunale, denunciando che le opere esposte sono “senza controlli e tutela”. Credo che, in questo, sia stato ingeneroso. Ma le sue parole erano, forse, dettate più dalla rabbia che dal ragionamento.
Non si capisce, infatti, come opere all’aria aperta e per loro natura fragili possano essere tutelate.
Il problema è, invece, un altro: il progressivo degrado del tessuto sociale che è il primo responsabile degli atti vandalici o, più in generale, anti-civici.
Per questo è necessario avere la massima attenzione a questo tipo di fenomeni che, come si è letto sui giornali di oggi, non sono nuovi.
Qualche giornalista – nel proprio articolo – ha creato un nesso con la parziale ma circoscritta rottura del monumento di Leoncillo ad Albissola Mare, di cui ci siamo occupati qualche settimana fa. Il parallelo è solo in apparenza azzardato: nel caso di Leoncillo si tratta di una danno dovuto a fenomeni naturali.
Le opere in ceramica non sono fatte per stare all’aperto. Sono troppo fragili, come nel caso della scultura di Lusso, oppure non superano la prova del tempo (storico e meterologico) come nel caso di Leoncillo.
E’ l’annoso e irrisolvibile problema della nostra amatissima ceramica.
Ma forse è anche la sua fragilità che la rende così bella e affascinante.

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