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Questa sera si alzerà il sipario sull'edizione 67 del Festival della Canzone Italiana

Sanremo. Sessantasette volte ci risiamo. Carrozzone, baraccone, messa cantata, evento dell’anno chiamatelo come meglio credete ma il Festival della Canzone Italiana è pronto a dispiegare tutta la sua carica totalizzante urbi et orbi un po’come faceva l’alabarda spaziale di Goldrake.  Effetti collaterali: il deserto dei Tartari nei palinsesti dei dirimpettai e il rituale bombardamento mediatico. Una prima serata moltiplicata per cinque per conoscere la canzone regina dell’Ariston. Aboliti valletti e vallette di dubbie capacità, si torna alla diarchia: due conduttori archetipi di due paradigmi di televisione. Re Carlo Conti al suo terzo e ultimo Sanremo e lady Mediaset De Filippi, nostra signora degli ascolti a cui va aprioristicamente riconosciuto il coraggio di misurarsi con un genere televisivo non proprio nelle sue corde. Avvezza a  storie di padri ripudiati dai figli, fidanzate tradite e sgallettate in cerca dell’uomo giusto e viceversa dovrà allinearsi alla dinamicità e brillantezza del grande varietà, territorio preferito di Conti. Vedremo con quali risultati.
Nella sua staticità di evento supernazionalpopolare sempre uguale a se stesso, qualche novità c’è. Al netto delle eccezionali misure di sicurezza che prevedono circa 500agenti a vegliare sul tranquillo svolgimento della manifestazione e su un drone che sorvolerà la città, secondo Carlo Conti tutti i gusti saranno soddisfatti. Porte aperte, dunque, sul palco e in Tv. Non più di nulla, sì di qualcosa per dirla con Giovanni Pascoli, nella beata speranza che la sanremeide sia migliore degli orribili spot di lancio trasmessi negli ultimi giorni.
Ventiduecantanti in gara anziché i soliti venti,  più otto nuove proposte. Sarà il festival dei ritorni: quelli di Al Bano e Fiorella Mannoia che si presenta 29anni dopo le  sue “Notti di maggio”, Paola Turci che sul palco dell’Ariston esordì nel 1989 con “Bambini” e ancora Michele Zarrillo, Gigi D’alessio, Ron. Numerosi anche i debutti:  Elodie, Ermal Meta, Lodovica Comello, la coppia Alice Paba e Nesli e Sergio Sylvestre.  Immobilità quasi assoluta invece sui temi raccontati dai pezzi. La triangolazione vita-cuore-amore è quasi impossibile da scalfire, l’amore verrà così declinato in ogni sua sfumatura: da quello salvifico, a quello carnale, passando per quello maledetto. Tuttavia, non mancheranno apprezzabili sguardi verso tematiche meno spirituali e più concrete.
A far da corollario agli artisti in gara arriveranno i consueti ospiti. Maurizio Crozza curerà in diretta, ma non dall’Ariston, una video-copertina graffiante e ironica; previsti gli ingressi di Francesco Totti, Keanu Reeves, Tiziano Ferro che si esibirà in un omaggio a Luigi Tenco a 50anni dalla scomparsa avvenuta proprio durante il Festival 1967; ci saranno anche Carmen Consoli, Robbie Williams, Ricky Martin, Mika, Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Raul Bova e il ritorno di Rocio Munoz , Giorgia e molti altri. Una voce: si lavorerebbe per avere anche il nobel Bob Dylan.
Non ce la caveremo però soltanto con snervanti dirette-fiume. L’altra novità è il ritorno del Dopofestival. Un po’ “Processo alla tappa” un po’ varietà, ci racconterà con l’ironia di Nicola Savino, Ubaldo Pantani e della Gialappa’s le spigolature, gli aneddoti e il dietro le quinte con commenti a caldo.
Infine il sale delle polemiche. A mandar su di giri l’atmosfera pre festivaliera ci ha già pensato la grana dei biglietti gratis a giudici e politici, alla faccia di chi spende centinaia di euro per un posto in piccionaia. Insomma, niente di nuovo. In fondo Sanremo è inclusivo: non è né di destra né di sinistra.
 

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