VALBORMIDA. Fa discutere l’ordinanza emessa dal sindaco di Carcare Franco Bologna (nella foto) per tentare di arginare l’arrivo di migranti nel suo paese.
I sindaci degli altri paesi valbormidesi pur comprendendo la situazione, non la condividono.
“Al di là di qualsiasi considerazione etica, non risolve il problema ma al massimo lo sposta sul Comune vicino”, afferma il sindaco di Cairo Fulvio Briano.
“Credo che quella di Franco Bologna non sia una reazione contro i migranti, ma sul modo con qui questo fenomeno viene gestito”, dice il sindaco di Millesimo Pietro Pizzorno.
Ad Altare anche il sindaco Davide Berruti non condivide l’ordiananza: “Non si risolve il problema cercando di blindare il proprio orticello. Certo, occorre una migliore gestione”, afferma e poi sottolinea come ad Altare ci sia stato un ottimo risultato in termini di integrazione.
Altro esempio positivo da Pallare dove il sindaco Delfino dice “Noi non abbiamo mai avuto problemi. Però ci deve essere la buona volontà di tutti. Anche dei migranti”.
Amedeo Fracchia, sindaco di Roccavignale, afferma: “Ci deve essere confronto e condivisione e si dovrà far fronte comune in Val Bormida. Mercoledì sarò in prefettura e mi attendo un chiarimento”.
Intanto sono comparsi alcuni striscioni anche a Carcare e Roccavignale che evidenziano anche il business che spesso c’è dietro l’accoglienza dei profughi. Precedentemente erano apparsi striscioni antimigranti anche a Cengio e Cairo, rivendicati, questi ultimi, da Forza Nuova.
L’ordinanza del sindaco Franco Bologna, scaturita dalla paventata evenienza di dover ospitare altri migranti in appartamenti situati sopra la galleria commerciale carcarese vicino a luoghi “sensibili”, impone “il divieto di dimora, anche occasionale, di persone provenienti da Paesi dell’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura di accoglienza, se prive di certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare”.
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