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Da Roma arriva il rischio licenziamento per 188 lavoratori

Vado Ligure. “Si rischiano concretamente 188 esuberi su 385 unità complessive della società Tirreno Power dopo l’uscita dal carbone, decisa nei giorni scorsi dai vertici della società. Potremmo essere in presenza dei primi licenziamenti nel settore elettrico”. Questo il drammatico scenario ventilato dalla Rsu di Tirreno Power di Vado Ligure e dalle segreterie Filctem, Flaei e Uiltec per Savona e Liguria, al termine del vertice tenutosi nel pomeriggio a Roma tra rappresentanze sindacali e vertici aziendali. Tirreno ha spiegato le ragioni per le quali ha deciso di uscire dalla produzione a carbone.
Ragioni motivate nella nota dei sindacati: ” Ci hanno detto che lo scenario è cambiato e che le associazioni sono sempre più sul piede di guerra e che il guadagno sul carbone è in forte calo ed è certo che in presenza di istanza di dissequestro ci sarebbero stati altri ricorsi da parte delle stesse associazioni. Inoltre ci è stato detto che l’area sequestrata deve rimanere nelle condizioni attuali fino a fine processo.
E’ stata infatti scorporata l’indagine per omicidio colposo perché occorre dimostrare chi sono i morti”. Confermato l’appuntamento di lunedì prossimo, alle 15.30, all’unione industriali di Savona  per la relazione della società Vertus che tratterà del rilancio possibile di produzioni e occupazioni sulle aree. Saranno presenti il presidente dell’Unione Elio Guglielmelli, il presidente della Camera di commercio Riviera di Liguria Luciano Pasquale, il sindaci di Savona Ilaria Caprioglio, di Vado Monica Giuliano e di Quiliano Alberto Ferrando e l’assessore regionale Edoardo Rixi. Per il giorno successivo è stato confermato anche lo sciopero generale.

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