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Torino abbraccia ed esulta insieme a Vincenzo Nibali

Torino. Vincenzo Nibali torna a tingere di tricolore il Giro d’Italia. Proprio nel 2013, il ciclista siciliano era riuscito a salire sul podio più alto della Corsa Rosa chiudendo la doppietta italiana aperta l’anno prima da Scarponi ed anticipando un “dominio” straniero che vide griffare trionfi di lingua spagnola con Quintana e Contador nel 2014 e 2015. Ora come allora è stata una vittoria rabbiosa, cercata e voluta nel momento più buio, nell’ipogeo delle ambizioni personali e delle speranze italiane. L’Alpe di Siusi e Andalo sembravano avere chiuso i giochi: distacco stellare oltre i quattro minuti dalla Maglia Rosa ed una condizione fisica allarmante. Ma lo “squalo” ed il suo team si sono stretti a coorte. Il futuro sarebbero state le cime più alte, quelle dei tapponi di montagna dove Nibali ha letteralmente sbranato gli avversari prima di emergere definitivamente dall’abisso a Sant’Anna di Vinadio. “Ero il faro di questo Giro, tutti mi guardavano ma io non avevo mai corso testa a testa con corridori come Dumoulin, Chaves e Kruijswijk. Non guardo spesso al mio palmares ma quando lo faccio mi rendo conto che è ricco di successi. Ho avuto problemi di stomaco ma è meglio non dire nulla a volte. L’ultima giornata di riposo mi ha permesso di sentirmi meglio. Non ho mai detto di voler andare a casa e sono sempre rimasto nelle parti alte della classifica. Steven Kruijswijk aveva un buon vantaggio dopo le Dolomiti ma sapevo che le montagne più alte dovevano ancora arrivare. Correre sopra i 2000 metri non è facile per nessuno ma io mi ci sono trovato bene”.
E’ stato un cammino geometricamente mai rettilineo quello compiuto dallo “squalo”che oggi ha celebrato il suo meritato successo in una Torino dove il Giro ha portato la sua festa di popolo con piazze e strade pedonalizzate per un giorno ed il solito clima di autentica semplicità sconosciuto alle ferali contrapposizioni del calcio. Le braccia al cielo ed il sorriso di Vincenzo sapevano di liberazione, hanno commosso. Ha vinto l’umanità e l’autenticità dell’atleta che a S. Anna di Vinadio ha abbracciato come fosse un figlio i genitori di Chaves che lo applaudivano sinceramente. In Piazza Vittorio l’ovazione è stata fragorosa e spontanea così come l’Inno di Mameli che ha scandito quel sentimento di appartenenza che coinvolge gli italiani (purtroppo) soltanto nelle grandi occasioni sportive. Eppure oggi non è mancato il “giallo”, quasi un dettaglio di nicchia in un pomeriggio di attesa e di festa. Il vincitore della classifica a punti, Giacomo Nizzolo, pur tagliando per primo la linea del traguardo è stato declassato all’ultimo posto del gruppo dalla giuria per volata irregolare. Nikias Arndt ha aggiunto così il suo nome alla lista dei vincitori di tappa.
E’ finito il Giro, edizione numero 99. La prossima sarà quella del centenario e delle tre cifre, un’altra storia tutta da scrivere e da imparare. “Santa bicicletta: sempre lei protagonista. Da bambini e da grandi, da amatori e da campioni. Non serve farle un monumento. Nel cuore c’è già”.
RISULTATO TAPPA
1 – Nikias Arndt (Team Giant – Alpecin) – 163 km in 3h48’18”, media 42,838 km/h
2 – Matteo Trentin (Etixx – Quick-Step) s.t.
3 – Sacha Modolo (Lampre Merida) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1 – Vincenzo Nibali (Astana Pro Team)
2 – Esteban Chaves (Orica Greenedge) a 52”
3 – Alejandro Valverde (Movistar Team) a 1’17”
4 – Steven Kruijswijk (Team Lotto NL – Jumbo) a 1’50”
5 – Rafal Majka (Tinkoff) a 4’37”
MAGLIE

  • Maglia Rosa, leader della classifica generale, Vincenzo Nibali (Astana Pro Team)
  • Maglia Rossa, leader della classifica a punti, Giacomo Nizzolo (Trek – Segafredo)
  • Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, Mikel Nieve (Team Sky)
  • Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, Bob Jungels (Etixx – Quick-Step)

 
 

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