Attualità Savona

"Storica gattara" non vuole farsi ricoverare

 
E’ Bruna P., una delle “storiche gattare” volontarie della Protezione Animali di Savona; i medici le hanno diagnosticato una trombosi oculare e la necessità di ricoverarsi per gli urgenti accertamenti e le necessarie cure; ma c’è di mezzo la colonia di una cinquantina gatti liberi della Papessa, in via Madonna degli Angeli, che lei sfama e cura ogni giorno.
Gli altri sempre pochi volontari dell’ENPA, impegnati con altre colonie feline e con la mole di attività sempre urgenti svolte dall’associazione (500 gatti feriti e malati e 2000 animali selvatici feriti ed in difficoltà ricoverati ogni anno) lanciano quindi un pressante APPELLO: qualcuno si faccia avanti per prendere il suo posto per qualche settimana, in attesa che termini le cure e possa riprendere la sua missione; dovrà procurare il cibo (solo una parte potrà essere prelevato all’ENPA, tra quello raccolto nei banchetti che l’associazione allestisce periodicamente presso i supermercati, perché le gattare ed i gattari da aiutare sono tanti) e distribuirlo ogni giorno nei punti di somministrazione, cambiare l’acqua e tenerli puliti; gli animalisti disponibili sono pregati di recarsi o telefonare alla sede ENPA di via Cavour 48 r a Savona, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, telefono 019 824735, chiedendo del reparto gatti.
C’è un piccolo esercito di volontari, soprattutto ma non solo donne, che ogni giorno e con qualsiasi tempo accudisce i gatti delle colonie feline che vivono liberi nei cortili e nelle vie cittadine; ogni giorno portano loro cibo ed acqua, tolgono gli avanzi e puliscono le cucce e le mangiatoie, talvolta ostacolati o minacciati da una minoranza di cittadini che invece non sopporta loro ed i gatti; per fortuna c’è una legge regionale, scritta e voluta da esperti della Protezione Animali savonese, che tutela questa attività e vieta di impedirla o perseguitarla, talvolta anche a qualche comune poco sensibile. Il  ricambio generazionale tra i volontari è negativo, per cui l’età media degli animalisti all’opera aumenta ogni anno, mentre tra i tantissimi frequentatori dei “social” animalisti solo pochissimi si impegnano in una concreta attività a favore degli animali.

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